Le premesse dell’interrogazione urgente depositata oggi in Senato da me e dell’interpellanza urgente depositata alla Camera dall’On. Pia Locatelli, su alcune ragazze nigeriane rinchiuse nel CIE di Ponte Galeria:

A tutte le cittadine nigeriane, di cui tre in evidente stato di gravidanza, è stato convalidato il provvedimento di trattenimento senza prendere in considerazione sia la loro condizione fisica, sia il motivo del viaggio attraverso il Mediterraneo, viaggio peraltro “offerto” a tutte dalle reti di tratta dei migranti presenti in Nigeria ed in Libia.

Tra il 17 e il 22 luglio 2015 sono stati effettuati una serie di salvataggi in mare che, tra le altre, hanno salvato 69 donne di presunta cittadinanza nigeriana provenienti dalle coste libiche; le stesse donne sarebbero state indirizzate nei centri di prima accoglienza di Lampedusa, Pozzallo e Augusta. A tutte le 69 donne, di cui tre in evidente stato di gravidanza, sarebbe stato notificato un decreto di respingimento immediatamente dopo la loro foto-segnalazione a cui ha fatto seguito un trasferimento al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma, al fine di essere rimpatriate dalla frontiera di Roma-Fiumicino; a tutte le cittadine nigeriane è stato convalidato il provvedimento di trattenimento senza prendere in considerazione sia la loro condizione fisica, sia il motivo del viaggio attraverso il Mediterraneo, viaggio peraltro “offerto” a tutte dalle reti di tratta dei migranti presenti in Nigeria ed in Libia.

Secondo quanto raccolto da alcuni esponenti della campagna LasciateCIEntrare a nessuna delle 69 donne sarebbero stati letti i propri diritti al loro sbarco, quindi non sarebbero state fornite le informazioni necessarie per, eventualmente, far richiesta di protezione in Italia; il giorno dell’arrivo delle ragazze al CIE di Ponte Galeria, due funzionari dell’ambasciata nigeriana sarebbero stati presenti per le procedure di identificazione necessarie e dirimenti per la procedura di rimpatrio; il 25 luglio si sono tenute tutte le udienze di convalida presso il suddetto CIE con tre diversi giudici, udienze che si sarebbero risolte in circa 5 minuti di colloquio; una volta compreso dove fossero, tutte le donne hanno presentato richiesta di asilo e per questa ragione l’udienza di proroga del trattenimento si è tenuta di fronte al giudice ordinario. In data 17 agosto si è tenuta, presso il Tribunale di Roma, l’udienza di proroga di ulteriori 30 giorni senza però la presenza delle interessate; l’avvocato Di Giacomo, che ne rappresenta 12, ha chiesto il rinvio della stessa per consentire alle sue assistite di presenziare all’udienza, nonché che la stessa si tenesse a porte aperte; il Giudice ha rinviato disponendo l’udienza per il giorno 19 agosto all’interno del CIE di Ponte Galeria, nonostante il Consiglio Superiore della Magistratura abbia più volte denunciato che celebrare le udienze presso i centri di identificazione ed espulsione pregiudica fortemente le condizioni di imparzialità della funzione giurisdizionale; il Tribunale ha convalidato le richieste di proroga di ulteriori 30 giorni nei confronti di tutte le interessate.

Si chiede di sapere – concludono l’interrogazione e l’interpellanza, sottoscritte da senatori PD e deputati di diverse forze politiche – se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito alla situazione; se e quali misure siano state assunte per dotare le vecchie e nuove commissioni territoriali di personale competente capace di conoscere la pericolosità di contesti che, non necessariamente, implichino un conflitto armato (interno o internazionale) o la presenza di un regime autoritario; se non reputi che la decisione di tenere le udienze di convalida nel CIE di Ponte Galeria piuttosto che in tribunale possa pregiudicare le condizioni di imparzialità della funzione giurisdizionale così come denunciato dal Consiglio Superiore della Magistratura; se non valuti necessario ed urgente adottare misure volte ad ospitare le 69 donne nigeriane in strutture che non prevedano la totale privazione della libertà di movimento e comunicazione con l’esterno, strutture peraltro individuate dalla campagna LasciateCIEntrare e pronte all’accoglienza di tutte le richiedenti asilo.

Il video realizzato dalla campagna LasciateCIEntrare

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